Lombardia, Consiglio impegna la Giunta su sussidi per disabili

Lombardia, Consiglio impegna la Giunta su sussidi per disabili

A proseguire interlocuzioni con Governo su Lep e prima fase riforma

Milano, 16 gen. (askanews) – Ampio dibattito nell’Aula del Consiglio regionale della Lombardia sul ventilato taglio dei sussidi alle famiglie con persone con disabilità grave e gravissima previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza e recepito dalla Delibera della Giunta regionale n°1669 del 28 dicembre scorso.

Sono stati presentati due distinti documenti: in ordine di presentazione il primo a firma Pierfrancesco Majorino (PD) sottoscritto da tutti i gruppi di minoranza che è stato respinto dall’aula e il secondo a prima firma Alessandro Corbetta (Lega) che è stato invece approvato.

Nel documento delle minoranze, illustrato dal Consigliere Davide Casati (PD), si richiedeva che Regione Lombardia integrasse le risorse destinate ai sussidi individuali alle famiglie in cui sono presenti disabili gravi e gravissimi per evitare i tagli a tali sussidi previsti a partire dal prossimo mese di giugno, tagli che a secondo delle diverse patologie vanno da 250 a 350 euro al mese.

Il documento delle minoranze impegnava inoltre la Giunta regionale a chiedere al Governo una proroga dei tempi di applicazione del Piano e ad accompagnare i Comuni nell’implementazione dei servizi alle persone con disabilità grave e gravissima.

La mozione di maggioranza, illustrata dal Capogruppo della Lega Alessandro Corbetta, ricorda in premessa che il Piano nazionale per la non autosufficienza è stato voluto dal Governo Draghi con il voto favorevole di quasi tutte le forze politiche compreso il Partito Democratico. Il documento impegna la Giunta a proseguire le interlocuzioni con il Governo nazionale anche per tramite della Conferenza delle Regioni al fine di garantire un tempo congruo per l’attuazione dei Lep e non lasciare scoperte le famiglie nella prima fase di attuazione delle nuove direttive nazionali.

Si richiede inoltre di avviare un dialogo con il Governo per parificare le prestazioni di assistenza offerte dal caregiver familiare con quelle erogate dalle strutture sociosanitarie pubbliche o convenzionate.

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