Consiglio Ambiente approva regolamento Ue su ripristino natura

Consiglio Ambiente approva regolamento Ue su ripristino natura

Pichetto Fratin spiega le ragioni del voto contrario dell’Italia

Bruxelles, 20 giu. (askanews) – Il Consiglio Ue sull’Ambiente, in corso a Lussemburgo, ha adottato a maggioranza qualificata il proprio “approccio generale” sulla proposta di regolamento sul ripristino della natura, che costituisce ora la posizione negoziale per le trattative con il Parlamento europeo e la Commissione (“trilogo”) per arrivare all’approvazione definitiva del testo legislativo.

L’Italia si è espressa contro il testo di compromesso adottato, che era stato proposto dalla presidenza di turno svedese del Consiglio Ue, e che aveva ricevuto anche l’appoggio esplicito della Commissione, nonostante le molte modifiche introdotte, in particolare per consentire più flessibilità agli Stati membri nell’applicare gli obblighi del regolamento sul proprio territorio. Oltre all’Italia, non hanno sostenuto il testo di compromesso Austria, Belgio, Finlandia, Olanda, Polonia e Svezia. Si è sfiorata la minoranza di blocco, ma bisogna tenere conto del fatto che questi paesi hanno posizioni spesso diverse sui punti che considerano critici.

L’obiettivo del regolamento è sostanzialmente quello di dare attuazione agli impegni che l’Ue ha preso a livello internazionale di arrestare il declino della biodiversità sul proprio territorio, mirando a ripristinare almeno il 20% degli habitat naturali degradati entro il 2030 e il 100% entro 2050.

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha spiegato la posizione dell’Italia durante il dibattito pubblico di questa mattina al Consiglio. “L’Italia ritiene che il regolamento sul ripristino della natura sia uno strumento importante per arrestare la perdita di biodiversità e contribuire ad affrontare il cambiamento climatico e il suo impatto sulla società e sull’economia”, ha detto il ministro, ricordando che l’Italia si è “impegnata nel negoziato per definire uno strumento normativo che, nel rispetto dell’ambizione e della portata innovatrice del regolamento, possa essere efficace ed attuabile, garantendo la necessaria flessibilità agli Stati membri”.

“Vi sono state alcune modifiche, introdotte anche con il nostro sostegno, che riteniamo migliorative”, ha riconosciuto Pichetto Fratin, citando in particolare l’approccio più flessibile agli obiettivi dell’arresto del deterioramento e l’approccio più graduale nella elaborazione del Piani nazionali.

“Ma il testo com’è adesso – ha sottolineato il ministro – non fornisce le necessarie garanzie di efficacia e applicabilità”. SI tratta di “uno strumento legislativo cruciale, e non possiamo permetterci che questo strumento non sia applicabile ed efficace e che non sia sostenibile per tutte le categorie interessate”, e in particolare “per i settori dell’agricoltura e della pesca”.   L’Italia inoltre considera che “quanto previsto dal testo continua a non essere soddisfacente” in materia di deroghe dalle norme di tutela delle zone naturali riguardo agli impianti di energie rinnovabili, “ma anche riguardo agli obiettivi quantitativi di ripopolamento dell’avifauna”.

Ma, ha osservato Pichetto Fratin, “la perplessità più forte resta quella sulle possibili implicazioni finanziarie, che incidono direttamente sull’applicabilità concreta del regolamento. Continuiamo a ritenere che la disponibilità di risorse certe ed adeguate rappresenti una condizione imprescindibile per poter sostenere la fattibilità degli obiettivi e degli obblighi definiti” dalla nuova normativa.

Per questo, l’Italia ha chiesto “di esplicitare la previsione di misure aggiuntive adeguate e certe per affrontare le esigenze individuate, e l’inserimento anche nell’articolato del regolamento della possibilità di uno strumento (finanziario, ndr) specifico dedicato per il ripristino della natura”.

“Le risorse necessarie per l’attuazione del regolamento devono essere chiarite e disponibili prima della sua entrata in vigore. Riteniamo quindi che il testo negoziale non assicuri un adeguato bilanciamento tra obiettivi e fattibilità, e che rischi, al contrario, di rendere inapplicabile il regolamento. Per questa ragione – ha concluso Pichetto Fratin -, esprimiamo la nostra contrarietà al testo”.

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