Bankitalia: rischi stabilità finanziaria elevati anche in Italia

Bankitalia: rischi stabilità finanziaria elevati anche in Italia

Ma impatto dalle tensioni internazionali “limitato”

Roma, 28 apr. (askanews) – I rischi per la stabilità finanziaria “restano elevati anche in Italia”, ma l’impatto delle tensioni sui mercati bancari internazionali “è stato limitato, grazie alle contenute esposizioni delle banche italiane verso gli intermediari in crisi e, più in generale, al rafforzamento dei bilanci conseguito negli ultimi anni”. Lo afferma la Banca d’Italia nell’ultimo aggiornamento del suo Rapporto sulla stabilità finanziaria, secondo cui come per gli altri paesi dell’area dell’euro “pesano la persistente instabilità geopolitica, le rilevanti pressioni inflative e il rallentamento della crescita”.

Il quadro generale su scala globale è di “grande incertezza, le condizioni sui mercati finanziari globali sono tornate a peggiorare dallo scorso febbraio. I recenti episodi di crisi bancarie negli Stati Uniti e in Svizzera hanno determinato un forte aumento della volatilità – prosegue Bankitalia – un incremento dei rischi di contagio e significative riallocazioni di portafogli dalle attività a più alto rischio verso quelle ritenute più sicure”. Queste tensioni, tuttavia “si sono attenuate dopo gli interventi delle autorità”.

Intanto, nel primo trimestre dell’anno “è proseguita la fase di debolezza dell’economia mondiale, ma emergono segnali di miglioramento. Le stime di crescita per il 2023 continuano a prefigurare un deciso rallentamento, ma meno marcato rispetto alle previsioni dello scorso autunno”.

Guardando alle famiglie della Penisola, “il deterioramento del quadro congiunturale incide in misura moderata sui rischi connessi con la situazione finanziaria – dice Bankitalia -. La liquidità resta elevata, ma in termini reali il reddito disponibile è diminuito a causa dell’inflazione. L’incremento dei tassi di interesse si sta riflettendo sul costo medio dei prestiti in essere e la quota di nuclei finanziariamente vulnerabili potrebbe salire nel corso di quest’anno”.

In rapporto al reddito, l’indebitamento delle famiglie italiane “rimane comunque molto più basso rispetto alla media dell’area dell’euro”, sottolinea l’istituzione.

Passando alle imprese tricolori, “la situazione finanziaria e la vulnerabilità risentono del peggioramento delle previsioni macroeconomiche e dell’aumento dei tassi di interesse. A fronte di una domanda sostanzialmente invariata, la crescita dei prestiti alle imprese si è gradualmente arrestata nel 2022 ed è ora in territorio negativo”.

“Il calo ha tuttavia interessato solo le imprese più rischiose e, tra queste, soprattutto quelle di minore dimensione. È rallentato anche il ricorso al mercato obbligazionario. Nel complesso – dice Bankitalia – la capacità di servizio del debito, pur lievemente deteriorata, beneficia di una situazione finanziaria equilibrata, sostenuta da margini di liquidità ancora ampi. La quota di debito riconducibile a imprese vulnerabili potrebbe tuttavia aumentare nel corso dell’anno, in particolare nei settori delle costruzioni e della manifattura”.

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