M5S, il voto degli iscritti cancella il ruolo del garante finora affidato a Grillo
Favorevoli al 63,24 per cento, contrari 29,09 e astenuti 7,67 per cento
Roma, 24 nov. (askanews) – La maggioranza degli iscritti al Movimento 5 stelle ha votato per abolire il ruolo di garante, finora affidato, con larghi poteri, al fondatore Beppe Grillo. Uno boato dalla platea di Nova, l’assemblea conclusiva del “processo costituente M5S in corso a Roma, ha accolto l’annuncio della notizia data dal notaio che ha seguito e certificato la procedura. I sì all’abolizione del ruolo di Grillo sono stati pari al 63,24 per cento, i no al 29,09 per cento, gli astenuti il 7,67. La modifica statutaria è da considerare approvata essendo stato superato, come era già stato comunicato nella giornata di ieri, il quorum della maggioranza degli aventi diritto.
Salta anche il limite dei due mandati. Il 72,08 per cento degli iscritti che hanno partecipato al voto on line sulle proposte di modifiche statutarie emerse nell’ambito del “processo costituente” ha
votato per superare il limite dei due mandati elettivi nelle istituzioni, una delle “linee rosse ” indicate dal fondatore Beppe Grillo come “valori fondativi” del Movimento e quindi immodificabili. Gli stessi iscritti si sono detti favorevoli, con percentuali differenti, alle diverse opzioni in programma, che evidentemente andranno poi ricondotte a una nuova norma: conservare il limite
di due mandati ma solo relativamente alla singola istituzione, portare a tre i mandati, differenziare cariche amministrative da cariche parlamentari, ammettere deroghe decise dagli organi
dirigenti.
Nel voto on line, atto formale conclusivo del “processo costituente” del Movimento 5 stelle, gli
iscritti hanno anche bocciato a larghissima maggioranza la proposta di sancire il divieto di alleanze nelle regole costitutive interne. Ha detto no al divieto di alleanze l’81,2 per cento; sì il 13,87
per cento, astenuto il 4,93. Nel quesito sulla collocazione identitaria generale, vince l’opzione “progressisti indipendenti”, che raccoglie il 36,7 per cento dei consensi, seguita a ruota dalla definizione di “forza progressista” (22,09%), forza di sinistra (11,53%), nessun posizionamento (26,24%), 3,44% gli astenuti. La somma fra progressisti indipendenti e forza progressista accoglie comunque l’appello del presidente del M5S, Giuseppe Conte, che aveva sottolineato come un rigetto dell’idea di collocazione progressista del Movimento lo avrebbe costretto a trarne le conseguenze rinunciando alla guida del Movimento.