Ue, emissioni di gas serra -8,3% nel 2023 rispetto al 2022

Ue, emissioni di gas serra -8,3% nel 2023 rispetto al 2022

Commissione: -37% dal 1990, il linea con obiettivo -55% al 2030

Bruxelles, 31 ott. (askanews) – Le emissioni di gas serra stanno diminuendo a un ritmo sostenuto nell’Ue, grazie alla crescita impressionante delle energie rinnovabili. E’ quanto risulta dal rapporto per il 2024 sui progressi dell’azione per il clima, pubblicato oggi a Bruxelles dalla Commissione europea.

Il rapporto mostra che le emissioni nette di gas serra sono diminuite dell’8,3% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Si tratta del maggior calo annuale degli ultimi decenni, ad eccezione del 2020, quando il rallentamento dell’attività economica causato dalla pandemia di Covid-19 portò a una riduzione delle emissioni ancora più importante, del 9,8%.

Le emissioni nette di gas serra sono ora inferiori del 37% rispetto ai livelli del 1990, mentre il Pil dell’Ue è aumentato del 68% nello stesso periodo, dimostrando, sottolinea la Commissione, “il continuo disaccoppiamento tra emissioni e crescita economica”.

Insomma, ha osservato il portavoce per le Politiche climatiche della Commissione, Tim McPie durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario oggi a Bruxelles, “siamo sulla buona strada per raggiungere i nostri obiettivi del 2030 per ridurre le emissioni di almeno il 55%, se questo slancio verrà mantenuto. Questi risultati positivi sono stati guidati in particolare dall’impressionante accelerazione nella riduzione delle emissioni generate dalla produzione di elettricità e dal riscaldamento, con un calo del 24% lo scorso anno. Anche i pozzi naturali di assorbimento del carbonio dell’Ue (ovvero la vegetazione e le foreste, ndr) sono cresciuti lo scorso anno, invertendo la tendenza al ribasso dell’ultimo decennio”.

“Allo stesso tempo – ha aggiunto McPie -, non possiamo ignorare l’impatto che il cambiamento climatico sta già avendo in Europa: nel 2023 l’Europa ha sperimentato i suoi più grandi incendi boschivi e uno degli anni più umidi mai registrati, importanti ondate di calore marino e un continuo aumento delle temperature. Gli eventi catastrofici in Spagna di questa settimana ci ricordano nuovamente quanto possano essere devastanti tali impatti”.

A questo proposito, “il rapporto richiama anche l’attenzione sulla necessità di continuare il nostro lavoro con gli Stati membri sull’adattamento e sul rafforzamento della nostra resilienza al cambiamento climatico”, ha concluso il portavoce.

Nella nota della Commissione sulla pubblicazione del rapporto, il commissario per l’Azione per il clima, Wopke Hoekstra, ricorda che “l’Ue è all’avanguardia nella transizione pulita, con un altro anno di forti riduzioni delle emissioni di gas serra nel 2023”, e “rappresenta ora il 6% delle emissioni globali”. Hoekstra sottolinea che in questo modo “stiamo dimostrando ancora una volta ai nostri partner internazionali che è possibile intraprendere azioni per il clima e allo stesso tempo investire nella crescita della nostra economia. Purtroppo, il rapporto mostra anche che il nostro lavoro deve continuare, in patria e all’estero, poiché vediamo i danni che il cambiamento climatico sta causando ai nostri cittadini”.

La Commissione rileva che “l’ultimo anno ha visto gli eventi più catastrofici” a causa dei cambiamenti climatici già in corso, e che “le emissioni globali non hanno ancora raggiunto il picco”. Per questo, “è necessaria un’azione continua per garantire che l’Ue raggiunga i suoi obiettivi per il 2030 e sia sulla buona strada per raggiungere il suo futuro obiettivo per il 2040 (che, come è già stato annunciato, consisterà in una riduzione delle emissioni del 90% rispetto al 1990, ndr) e l’obiettivo di zero emissioni al 2050”.

Inoltre, “l’Ue deve inoltre continuare il suo impegno internazionale, a partire dalla COP29” la Conferenza delle parti della Convenzione Onu sul cambio climatico, prevista il mese prossimo a Baku, in Azerbaigian, “per garantire che anche i nostri partner nel mondo intraprendono le azioni necessarie”, conclude la nota della Commissione.

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