Manovra, Meloni a Confindustria: lavoriamo insieme. E sull’Ue “sono d’accordo con Draghi”

Manovra, Meloni a Confindustria: lavoriamo insieme. E sull’Ue “sono d’accordo con Draghi”

La premier all’Assemblea di Confindustria traccia le linee di intervento

Roma, 18 set. (askanews) – “Propongo di vederci da subito, c’è molto lavoro da fare, con la legge di bilancio, cerchiamo di organizzare prima possibile. Confido che continueremo a lavorare insieme. Avrete un confronto leale e regole certe, non andremo sempre d’accordo ma la penseremo sempre sullo stesso modo su un punto: l’Italia può ancora stupire e lasciare tutti a bocca aperta. A lungo abbiamo rincorso gli altri, ci dobbiamo far rincorrere dagli altri”, lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo all’assemblea di Confindustria, rivolgendosi al presidente Orsini. E se da un lato propone un lavoro con Confindustria, dall’altro rilancia con Draghi: in Unione europea servono “investimenti” per la transizione ecologica, come indicato anche da Mario Draghi nel suo report, ha detto Meloni, rivolgendosi al presidente di Confindustria Orsini.

“Come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea – ha detto Meloni – gli ambiziosi obiettivi ambientali dell’Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungere, altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita. Anche questa è una cosa che mi sono permessa di far notare varie volte in pensieri europei, e cioè che non ha molto senso dotarsi di alcune strategie e poi non creare gli strumenti per realizzare quelle strategie. Perché senza gli strumenti, banalmente, le cose alla fine non si riescono a fare”.

E la premier e il suo predecessore si incontreranno oggi a Palazzo Chigi, proprio per discutere del rapporto Draghi.

“Transizione ecologica – ha poi sottolineato Meloni – non può voler dire perdere migliaia di posti di lavoro e smantellare imprese” e lo stop Ue al motore termico al 2035 è esempio di un “approccio
auto-distruttivo: è stata scelta una conversione forzata a una tecnologia ci cui non controlliamo le materie prime, non controlliamo le catene di valore, il prezzo è proibitivo e abbiamo una capacità produttiva insufficiente. Non è intelligentissima come strategia. In un deserto non c’è niente di
verde” e chi dice questo “non è nemico dell’Europa ma amico dell’Europa”.

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