Sangiuliaqno e il caso della “non consigliera”, l’opposizione mette in dubbio la sicurezza del G7 cultura
“Tajani e Piantedosi accertino effetti falla sicurezza creata da Sangiuliano”
Roma, 2 set. (askanews) – “Il G7 cultura è ancora sicuro?”. Lo chiede la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi dopo la pubblicazione di documenti che dimostrano che il gabinetto del ministero della Cultura, su richiesta del ministro Sangiuliano, ha condiviso con soggetti estranei alla pubblica amministrazioni informazioni e documenti sensibili sui piani di sicurezza e di spostamento dei ministri e delle delegazioni che parteciperanno al vertice internazionale che si terrà a Pompei.
“Siamo davanti a una situazione molto grave che dimostra gravi falle organizzative su cui chiediamo chiarezza e che vengano fatti tutti gli accertamenti del caso anche da parte della Farnesina e del ministero degli Interni. Sangiuliano deve uscire dal silenzio e spiegare nelle sedi istituzionali tutti i contorni di questa vicenda opaca della nomina di una sua consigliera, mai formalizzata, a cui è sia stato concesso di partecipare a riunioni interne dell’amministrazione, sopralluoghi per la definizione di importanti aspetti legati alla sicurezza e all’organizzazione del G7 e missioni istituzionali”, aggiunge.
“Siamo davanti a una situazione molto grave perché in tutte quelle circostanze possono estere state rivelate, a una persona estranea all’amministrazione e senza alcun vincolo di segretezza con lo Stato, informazioni sensibili sia per la sicurezza nazionale la cui conoscenza peraltro potrebbe anche determinare vantaggi economici. Inoltre, da quanto si apprende questa consigliera mai formalizzata ha viaggiato ed è stata ospitata come consulente del ministro: non è escluso che questo possa aver determinato anche un danno erariale per l’amministrazione. Serve un immediato chiarimento, perché il ministro non parla qualcuno lo sta ricattando? Questo non sarebbe accettabile”, conclude la deputata democratica che ieri ha chiesto al presidente della commissione cultura della Camera, Federico Mollicone, di convocare urgentemente il ministro Sangiuliano per un question time sul tema già questa settimana.
“Per Gennaro Sangiuliano e per l’intero governo Meloni è finito il tempo dei silenzi imbarazzati. Devono spiegare perché una ‘consigliera’ – che tale non era – del ministro della Cultura ha partecipato ad incontri riservati, a chat interne al ministero e a riunioni con i consiglieri del ministro senza averne titolo”, sottolineano i capigruppo M5s in commissione cultura alla Camera e al Senato Antonio Caso e Luca Pirondini.
“Devono spiegare – aggiungono – come possa essere possibile che la ‘non consigliera’ di Gennaro Sangiuliano ricevesse mail con informazioni sensibili da funzionari del ministero della cultura, per giunta su un account non protetto. Devono spiegare se è vero che ha partecipato ad eventi pubblici in qualità di ‘collaboratrice’ di Gennaro Sangiuliano e se tali trasferte, con relativi benefit e spese di viaggio, siamo state pagate con soldi pubblici. Devono spiegare se davvero a questa persona sia stato promesso di curare addirittura l’organizzazione del G7 della Cultura di Pompei, evento inizialmente previsto a Positano. E a questo punto devono spiegare anche il perché dello spostamento”.
“Insomma Gennaro Sangiuliano deve spiegare parecchie cose, ma nonostante la sua proverbiale sbruffonaggine fino ad oggi davanti a tutte queste domande continua a tacere imbarazzato. Ora – concludono gli esponenti Cinquestelle – è tempo che venga in Parlamento a rispondere. Fino a quando Giorgia Meloni continuerà a tollerare tutto questo coprendo il suo ministro? Perché anche lei non dice nulla? Quando arriverà un sussulto di dignità dal duo Meloni-Sangiuliano?”.