Ancora lontano accordo quadro del pomodoro nel Nord Italia

Ancora lontano accordo quadro del pomodoro nel Nord Italia

Confagri Piacenza: non ci sarà più offerta, perché prezzi calano?

Roma, 21 mar. (askanews) – E’ ancora lontano l’accordo quadro del pomodoro nel Nord Italia. Lo rende noto Confagricoltura Piacenza, presenta al tavolo agricolo con l’industria riunitosi ieri, mercoledì 20 marzo, a Parma. L’industria sostanzialmente non si muove dalla proposta di prezzo base a 125 euro a tonnellata, spiega la confederazione.

“Dai dati comunicati sulla programmazione, non è previsto alcun eccesso di offerta – commenta Casagrande, direttore dell’associazione – stanti i rischi in campo, i costi della coltura e non ultimo le condizioni del mercato, che richiede il nostro eccellente prodotto, la trasformazione non ha motivo di proporre un prezzo di riferimento più basso rispetto a quello dello scorso anno”. Secondo Confagricoltura Piacenza l’offerta a 125 è quantomeno disincentivante e con una base di questo tipo sarebbe sconsigliabile coltivare.

“All’industria che propone un taglio lineare del 13% sul prezzo di riferimento – riflette Casagrande – potrebbe valer la pena rispondere con una proposta di taglio lineare del 13% delle superfici. I conti sono conti, invece di tagliare il prezzo, si tagliano le superfici il ricavo da parte agricola è identico, ma con una notevole riduzione dei rischi in campo, dei costi di lavorazione e con la disponibilità di terreni da dedicare ad altro”. “I nostri imprenditori – spiega – affrontano campagne agrarie di una complessità tale tra gestione di fitofarmaci, attacchi parassitari e bizze del tempo che riescono a galleggiare sul punto di pareggio solo compensando con un know-how tale che rende il prodotto anche distintivo a livello globale. Il pomodoro da industria non è una coltura per chi si avventura, lasciarsi guidare dalle sirene dei contratti diretti con l’industria – ammonisce – è un modo per arrivare a fine campagna senza essere riusciti a trattenere in tasca alcunché pur essendosi accollati i rischi e gli anticipi dei costi produttivi”.

“Gli agricoltori agiscano organizzati seguendo le indicazioni delle Op – conclude – che a loro volta tra loro devono collaborare anche perché le condizioni del mercato del trasformato consentono di sostenere quotazioni della materia prima in linea con la precedente annata. Ricordo che in economia è meglio orientarsi su un recupero di marginalità piuttosto che fare numeri senza margine”.

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