Bce, Lane: con piena attuazione Ngeu-Pnrr +1,5% a Pil eurozona 2026

Bce, Lane: con piena attuazione Ngeu-Pnrr +1,5% a Pil eurozona 2026

Ma rischi su capacità di spesa, efficacia e ritardi. Vigilare

Roma, 12 gen. (askanews) – Se “pienamente attuato” il programma Next Generation Eu e il Recovery fund potrebbero aumentare il Pil dell’area euro dell’1,5% per il 2026 e oltre. Tuttavia ad oggi già si evidenziano ritardi sull’attuazione di vari aspetti dei piani, in particolare sulle capacità di spendere effettivamente i fondi e sulle riforme e “i governi devono accelerare gli sforzi per assicurare che gli effetti positivi si materializzino”. Lo ha affermato Philip Lane, capo economista della Bce presentando una analisi di impatto di Ngeu durante una conferenza a Dublino.

Secondo Lane i rischi principali di questo piano riguardano l’insufficiente capacità di utilizzare effettivamente e in maniera efficace i fondi europei e l’eccessiva concentrazione della spesa sul finale del periodo del programma.

I tecnici della Bce hanno approntato dei modelli di simulazione per valutare l’impatto macroeconomico dei vari Pnrr sull’insieme dell’eurozona. E su “sulla base dei Pnrr originali il rischio di pressioni inflazionistiche nell’area euro sul medio termine è giudicato contenuto”, ha detto Lane, quantificandolo tra zero e 0,1 punti percentuali in più sul carovita nel 2026.

“Le ricadute sull’inflazione potrebbero differire tra paesi -ha proseguito, secondo le slide pubblicate dalla Bce – sulla base dei finanziamenti dei Pnrr e di come la spesa viene distribuita tra investimenti pubblici, spesa pubblica e la distribuzione della spesa sul tempo”.

L’esponente della Bce ha rilevato che un numero cospicuo di riforme previste dai piani sono state già varata, ma ci sono anche segni di problematicità nell’attuazione. Ad oggi il 20% delle riforme totali, quindi un quinto, è stato giudicato come “attuato in maniera soddisfacente” dalla commissione europea. Ma un numero rilevante di riforme previste dai piani sono associate a dilazioni sui pagamenti. Inoltre tra 2022 e 2023 175 delle riforme previste da tutti i paesi sono state riferite dai governi stessi come in ritardo per per una media superiore ai 180 giorni su entrambi gli anni.

Secondo il capo economista della Bce vi sono rischi che non tutti i fondi Ue vengano spesi per la fine del programma nel 2026 “a causa di carenze nelle capacità amministrative, elevate inflazione strozzature nelle forniture globali”.

Per questo bisogna intervenire sulle performance insufficienti dell’attuazione di Ngeu: agendo sulle carenze di attuazione dei Pnrr, come l’insufficiente utilizzo di fondi, la mancanza di riforme strutturali e di investimenti. Inoltre c’è un rischio di “corsa all’ultimo minuto” sulla spesa sul finale del programma e questo scenario implicherebbe anche potenziali ricadute negative per la sua effettiva efficacia. Secondo Lane bisogna mantenere uno stretto livello di vigilanza da parte delle autorità Ue sull’attuazione dei programmi.

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