INTERVISTA KARBONICA
Intervista realizzata alla Band Catanese Karbonica che ci parla del singolo “La tua Rivoluzione” e della Sicilia protagonista dell’Album insieme a svariati temi d’attualità
1-Come nasce la Band Karbonica ?
I Karbonica nascono all’inizio del 2009 dall’idea di tre amici e affiatati musicisti; Riccardo Trovato (voce e chitarra), Herry Found (batteria) e Giancarlo Sancio (chitarra), con l’obiettivo di arrangiare diversi brani scritti nel corso degli anni da Riccardo. Si uniscono poco dopo ai tre Giuseppe Puglisi (basso) e Giuseppe Pecci (chitarra), entrambi vecchie conoscenze di Giancarlo e Riccardo.
2-Perchè questo nome?
Il nome Karbonica nasce per gioco in una delle prime sere passate dalla band fuori dalla sala prove. Davanti a qualche birra e ad una lattina di una bevanda gassata è emerso agli occhi di Giancarlo una sostanza fondamentale nei processi vitali delle piante e degli animali, che è l’anidride carbonica, poi per idea di Giuseppe Puglisi il nome è stato trasformato in Karbonica, non disdegnando d’altronde l’idea che tale nome potesse richiamare pure il frutto della combustione e del calore tipico del sound classic rock.
3-Parliamo della ” Tua rivoluzione” secondo singolo che anticipa anche il vostro disco, si tratta di una protesta?
Il brano ha una chiara connotazione di protesta, contro quel sistema politico caratterizzato da clientelismo, corruzione e da nuovi rampanti pronti a far grandi promesse agli elettori pur di ottenere consenso elettorale.
Il pezzo nasce durante la crisi economica degli anni duemila, caratterizzati dall’elevato debito pubblico e dal forte impatto delle scelte della finanza globale sull’economia reale. É un brano rock, sorretto da una ritmica incalzante e da chitarre distorte in perfetta sintonia con lo spirito della canzone. Il brano è però anche un invito a pensare con la propria testa e a non cadere nelle logiche clientelari che per decenni hanno caratterizzato il nostro paese, specie al meridione.
4- Sono svariati i temi all’interno dell’album come la politica, la finanza, 11 tracce presenti rock, c’è un filo conduttore?
Il filo conduttore è il malcontento generato da decenni di decisioni politiche irresponsabili e dalla sudditanza della politica alla finanza globale. Alcune generazioni, quelle di chi oggi ha meno di quaranta anni, dovranno prendersi carico delle responsabilità di tali scelte e del debito pubblico, ma lo dovranno fare da disoccupati/laureati.
Il disco non sarà tuttavia solo un disco di protesta, si parlerà anche di tematiche spesso sentite e risentite, un esempio è il primo singolo estratto dal nascituro disco, dal titolo “Quel bisogno che” a cui si aggiungeranno una ballad sentimentale e alcuni brani dalla connotazione cantautorale.
5- La Sicilia è presente e la cosa che mi ha colpito è che sono presenti temi d’attualita’ che riguardano la vostra terra.
La Sicilia c’è, sicuramente ti riferisci ad un tema in particolare che è l’immigrazione, ma ci è stato detto da alcune radio (non sicilane) dopo aver sentito in particolare il primo singolo, in particolare da All Rock Malta, che la Sicilia si sente pure dal sound e forse nella cantilena catanese impossibile da rimuovere dalle linee vocali.
6- La vostra musica è stata ascoltata anche al di fuori della Sicilia, com’è stata accolta?
Il nostro primo singolo con un po’ di fortuna è stato trasmesso su oltre un migliaio di radio, fattore che ci ha permesso di raggiungere il 48° posto della classifica Indie Music Like stilata dal MEI, che monìtora il gradimento di radio, web radio e new media. Il risultato è stato inaspettato e alcune regioni come Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana e Lazio hanno dato i migliori feedback in termini di passaggi radiofonici e interviste. Di certo una spinta ci è stata data dalla vittoria della Finale Regionale e del Premio Nazionale del web di Rock Targato Italia 2014, che hanno incuriosito molti addetti ai lavori che conoscono bene il suddetto contest.
7- Tornando alla protesta .. cosa non va secondo voi oggi della musica?
Non c’è qualcosa che non va nella musica in sè, in quanto è una forma di espressione che si manifesta in svariati genere che possono piacere ad alcuni e non ad altri, Piuttosto c’è qualcosa che non va negli step imposti dai mass media per fare sentire la musica al grande pubblico. I talent show sono la via maestra per raggiungere un contratto discografico con una major, ciò porta molte realtà emergenti ad inquadrarsi all’interno di standard precostituiti che prendono spunto dai nuovi artisti spesso frutto esclusivo di quest’era. Un risultato è stato quello di aver visto negli ultimi anni tanti cloni (musicalmente parlando) che a causa della velocità imposta da quest’epoca durano solo una stagione. Poi ci sono i pro e i contro generati dal web e dalla tecnologia. Essi hanno probabilmente eliminato ogni difficoltà nella realizzazione di un disco e ogni filtro nel proporlo a radio ed etichette discografiche, che di contro si ritrovano adesso sempre più intasate di materiale spesso amatoriale e di fatto danneggiando o riducendo lo spazio a chi crede ed investe nella musica, facendone arte e professione.
Catania 28/04/2015
Paola Quattrocchi