Meloni: sui migranti Ue ha cambiato passo. Pnrr, basta tafazzismo
Al Corsera: “Non accelerare ratifica Mes. Santanchè? Lavora bene”
Roma, 3 lug. (askanews) – Sul Corriere della Sera intervista a tutto campo al presidente del Consiglio Giorgia Meloni: l’Unione Europea “ha cambiato passo” sui migranti, sostiene il premier, che affronta anche i principali temi dell’agenda politica, dall’attuazione del Pnrr (“basta tafazzismo, siamo vicinissimi all’obiettivo”) al Mes (“accelerare sulla ratifica è contro l’interesse nazionale”); dal salario minimo al progetto di un centrodestra unito per le Europee; dal caso Santanchè (“non sono preoccupata, sta lavorando bene”) alle accuse di Elly Schlein di legare l’Italia ad “amici sbagliati” a livello internazionale.
UE, MIGRANTI E VISEGRAD – Sui migranti, per il premier l’Unione Europea ha fatto un “totale cambio di passo: investire sulla stabilità del Nord Africa e prevenire le partenze è un primario interesse italiano e finalmente una priorità europea. Sulla dimensione esterna siamo tutti d’accordo. Sulla dimensione interna, no. Ma è normale, perché su un tema così divisivo è difficile trovare regole che vadano bene per tutti. Mi auguro ci siano margini per avvicinare le posizioni”.
“La posizione di Polonia e Ungheria sul Patto migrazione non cambia nulla nei nostri rapporti”, precisa.
“PNRR: BASTA TAFAZZISMO” – Sul Pnrr Meloni si dice “assolutamente” ottimista che l’Italia centrerà i propri obiettivi, “soprattutto se smettiamo di fare allarmismo su una questione strategica per la nazione intera e che, nella migliore tradizione dei Tafazzi d’Italia, viene strumentalizzata per attaccare il governo”.
“MES: NON ACCELERARE LA RATIFICA” – Meloni ritiene poi essere “contrario all’interesse nazionale accelerare la ratifica del trattato di riforma del Mes mentre il governo è impegnato nel negoziato decisivo per la modifica del Patto di stabilità e il completamento dell’Unione bancaria. Se abbiamo presentato una questione sospensiva alla richiesta delle opposizioni di ratifica immediata è perché questi strumenti vanno visti insieme. Chi oggi chiede la ratifica non sta facendo l’interesse italiano”.
“SANTANCHE’ LAVORA BENE, TRASPARENZA” – Il presidente del Consiglio si dice “Non preoccupata” per la vicenda che interessa Daniela Santanché: il ministro del Turismo “sta lavorando molto bene e i risultati lo dimostrano. Ha deciso di riferire in Aula per spiegare al meglio la sua posizione. Una scelta di trasparenza e serietà che non era scontata e dimostra la sua buonafede”.
“SCHLEIN? C’È CHI ANCORA CHI NON CONDANNA I REGIMI” – Nell’intervista Meloni torna poi sulle affermazioni di Elly Schlein che ha accusato la premier di isolare l’Italia in Europa e di legarsi ad “amici sbagliati” a livello internazionale: “Sulle ‘amicizie sbagliate’ a livello internazionale mi permetta di non infierire su chi ancora oggi è reticente nel condannare regimi come quelli di Cuba e Venezuela. Chi è in buona fede può constatare quanto l’Italia oggi sia centrale e rispettata nei consessi internazionali. Con buona pace delle cassandre, che speravano nell’isolamento”.
“IL SALARIO MINIMO PER LEGGE NON CONVINCE” – “Non sono convinta che al salario minimo si possa arrivare per legge e l’approccio del governo va nella direzione di favorire una contrattazione collettiva sempre più virtuosa, investire sul welfare aziendale, agire su agevolazioni fiscali e contributive, stimolare i rinnovi contrattuali. Il tavolo con le parti sociali è sempre aperto e noi ci confrontiamo con tutti, senza preclusioni”.
“CENTRODESTRA EUROPEO UNITO: NON CI SONO TRATTATIVE” – Sulla proposta di un un patto per un centrodestra europeo senza i socialisti, conclude Meloni, “non ci sono trattative in corso. Di certo cresce la consapevolezza che l’accordo innaturale tra popolari e socialisti non sia più adeguato alle sfide che l’Europa sta affrontando”.