Cheese 2023, Slow Food: tutelare formaggi (buoni) è un atto politico

Cheese 2023, Slow Food: tutelare formaggi (buoni) è un atto politico

Presentata la 14esima edizione che ha per tema “Il sapore dei prati”

Milano, 28 giu. (askanews) – “Tutelare un formaggio non è soltanto tutelare un formaggio, perché Slow Food ha scelto 40 anni fa il cibo come potente strumento culturale e politico. Oggi tutto questo è ancora più vero perché il sistema alimentare pone questioni cruciali che dobbiamo affrontare: quella ambientale, il tema dei diritti umani, dell’accessibilità delle risorse, dei flussi migratori. Perché se quasi un miliardo di persone non ha accesso al cibo, allora il cibo è una questione politica”. Lo ha detto la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, presentando la 14esima edizione di “Cheese”, la manifestazione internazionale dedicata ai formaggi a latte crudo organizzata da Slow Food e Città di Bra con il sostegno della Regione Piemonte che si terrà dal 15 al 18 settembre nella cittadina piemontese.

Tema della manifestazione è “Il sapore dei prati”, per sottolineare come dal latte di animali alimentati al pascolo derivino i formaggi migliori, rispettosi dei territori, del benessere animale e della nostra salute. “‘Cheese’ – ha sottolineato Slow Food – è una manifestazione che attraverso il Mercato dei formaggi con oltre 400 espositori, i Laboratori del Gusto e gli Appuntamenti a Tavola, la Gran Sala dei formaggi e l’Enoteca, ma anche le conferenze e i percorsi sensoriali, parla ai visitatori di tutte le età perché a ognuno è dedicato un format diverso, a partire dalle proprie passioni”.

“Tutelare un formaggio può fare la differenza tra tenere aperta o chiudere una bottega o un’osteria, continuare ad abitare o abbandonare un villaggio: i paesaggi iconici italiani per cui i viaggiatori vengono da tutto il mondo sono il frutto dell’interazione millenaria tra uomo e ambiente, tra natura e comunità che la vivono” ha continuato Nappini, evidenziando che “per questo vogliamo dire che una prospettiva esiste ed è l’agroecologia perché si basa sulla biodiversità, la tutela dei suoli, l’accessibilità alle risorse e al sapere ma anche sul rispetto degli animali, che parte dalla possibilità di nutrirsi al pascolo”.

“In Piemonte i pascoli alpini rappresentano un terzo della superficie agricola regionale e vogliamo che continuino a essere un esempio di integrazione tra l’attività di allevamento e mantenimento dei paesaggi montani” ha dichiarato l”assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa, ricordando che “la Regione attraverso i fondi del programma di sviluppo rurale ha provveduto in questi anni a sostenere le aziende agricole nella gestione ecosostenibile dei pascoli e nell’allevamento delle razze animali autoctone a rischio di estinzione, sostegni che proseguono con il nuovo sviluppo rurale, fondamentali per la tutela del territorio rurale montano e per garantire la qualità dei prodotti lattiero – caseari piemontesi”.

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