Giappone, corte: “incostituzionale” no a riconoscimento unioni gay

Giappone, corte: “incostituzionale” no a riconoscimento unioni gay

Un passo cruciale nel riconoscimento del matrimonio omosessuale

Roma, 30 mag. (askanews) – Un tribunale giapponese ha dichiarato oggi “incostituzionale” il mancato riconoscimento legale delle unioni tra persone dello stesso sesso, segnando un passaggio che potrebbe essere cruciale per il riconoscimento dei diritti LGBTQ nel paese. Lo riferisce il Nikkei.

In una causa intentata da una coppia gay contro lo Stato, la Corte distrettuale di Nagoya, nel Giappone centrale, ha stabilito che la mancanza di uguaglianza matrimoniale nel Paese viola l’articolo 14, comma 1 della Costituzione, il quale sancisce il diritto all’uguaglianza, e l’articolo 24, comma 2, che afferma che il matrimonio dovrebbe essere basato sulla “dignità individuale e sull’essenziale uguaglianza dei sessi”.

È la prima volta che un tribunale nipponico stabilisce che l’assenza di una normativa che permetta il riconoscimento legale dell’unione tra persone dello stesso sesso in Giappone viola più di un articolo della Costituzione, facendo un passo avanti rispetto a una sentenza analoga emessa a Sapporo nel 2021, che aveva considerato violato solo l’articolo 14.

Il risultato è stato salutato con entusiasmo da una folla di sostenitori con la bandiera arcobaleno fuori dal tribunale. “Siamo estremamente felici… Il tribunale ha ascoltato [la comunità LGBTQ] e ha preso la decisione giusta”, ha dichiarato ai media Yoko Mizutani, l’avvocata che ha difeso la coppia omosessuale.

La sentenza è la quarta in Giappone sull’uguaglianza matrimoniale e fa parte di una campagna nazionale per la libertà di matrimonio per tutti lanciata nel 2019 e composta da cause intentate in cinque città giapponesi sulla costituzionalità del rifiuto del diritto al matrimonio per le coppie dello stesso sesso.

Dopo la prima storica sentenza della campagna, emessa a Sapporo nel 2021, lo scorso giugno la Corte distrettuale di Osaka ha stabilito il contrario: il divieto di consentire le unioni tra persone dello stesso sesso è “costituzionale”.

La Corte distrettuale di Tokyo ha seguito a novembre con una sentenza secondo cui la mancanza di un sistema legale che protegga i diritti delle coppie dello stesso sesso presenta al Paese un profilo d’incostituzionalità. La prossima sentenza, nell’isola meridionale di Kyushu, è prevista per l’8 giugno, mentre la data della seconda sentenza di Tokyo non è ancora stata annunciata.

Come in tutte e tre le sentenze finora emesse, la richiesta dei ricorrenti di Nagoya di ottenere dallo Stato un milione di yen (7.100 dollari) di danni ciascuno è stata respinta. Il giudice, Osamu Nishimura, ha anche respinto la tesi dei ricorrenti secondo cui la mancanza di diritti di matrimonio tra persone dello stesso sesso viola l’articolo 24, comma 1, della Costituzione, secondo cui “il matrimonio dovrebbe essere basato solo sul mutuo consenso di entrambi i sessi”.

Tuttavia, la sentenza odierna è in linea con il crescente sostegno del pubblico giapponese al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il 71% degli intervistati in un sondaggio dell’agenzia di stampa Kyodo di questo mese si è detto favorevole alla legalizzazione delle unioni tra persone dello stesso sesso, rispetto al 64% di febbraio.

Ascolta la
Diretta
Ascolta la
Diretta
Messaggia con la
Radio in diretta