Per far finire la guerra Mosca chiede a Kiev di rinunciare all’adesione all’Ue e alla Nato

Per far finire la guerra Mosca chiede a Kiev di rinunciare all’adesione all’Ue e alla Nato

Dal viceministro Galuzin una serie di richieste, posizioni lontanissime

Roma, 27 mag. (askanews) – Mosca pensa che per arrivare alla fine della guerra e ad una soluzione “duratura”, l’Ucraina debba rinunciare all’adesione alla Nato e anche all’Unione europea, oltre a una serie di altre condizioni delineate dal viceministro degli Esteri Michail Galuzin in una intervista all’agenzia Tass. Il diplomatico inserisce l’ingresso nell’Ue tra i veti russi, malgrado in precedenza lo stesso Vladimir Putin aveva sostenuto di non opporsi alla prospettiva che l’Ucraina diventi uno Stato dell’Unione a tutto tondo.

“Siamo convinti che un accordo sia possibile solo se cessano le ostilità da parte delle forze armate ucraine e la fornitura di armi occidentali. Per raggiungere una pace globale, giusta e duratura, l’Ucraina deve tornare a uno status neutrale non allineato, registrato nella dichiarazione del 1990 della sua sovranità statale e il rifiuto di aderire alla Nato e all’Ue”, ha detto Galuzin in una intervista all’agenzia Tass i cui principali punti sono stati anticipati nella tarda serata di venerdì.Il diplomatico inserisce l’ingresso nell’Ue dell’Ucraina tra i veti russi, malgrado in precedenza lo stesso Vladimir Putin aveva sostenuto di non opporsi alla prospettiva che l’Ucraina diventi uno Stato dell’Unione a tutto tondo.

“Siamo convinti che un accordo sia possibile solo se cessano le ostilità da parte delle forze armate ucraine e la fornitura di armi occidentali. Per raggiungere una pace globale, giusta e duratura, l’Ucraina deve tornare a uno status neutrale non allineato, registrato nella dichiarazione del 1990 della sua sovranità statale e il rifiuto di aderire alla Nato e all’Ue”, ha dichiarato il viceministro degli Esteri Michail Galuzin a conclusione della giornata in cui Mosca è stata l’ultima tappa del tour dell’inviato speciale cinese per l’Eurasia Li Hui, incaricato delle consultazioni per una soluzione negoziale del conflitto. Secondo il Wall Street Journal, nei suoi colloqui in diverse capitali europea, l’emissario cinese ha sollecitato una maggiore autonomia nelle posizioni rispetto agli Stati Uniti, e soprattutto ad accettare l’idea che le zone ucraine occupate dalla Federazione russa vengano formalmente annesse.

Quindi, secondo Mosca: cessate il fuoco immediato in cambio del riconoscimento degli assetti territoriali attuali, ovvero dell’occupazione da parte russa del Donbas e di parte delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, oltre che della Crimea. Nelle parole del viceministro russo, “devono essere riconosciute le nuove realtà territoriali che si sono sviluppate a seguito della realizzazione del diritto dei popoli all’autodeterminazione”.Galuzin ha messo al primo posto la “cessazione delle ostilità da parte delle forze armate dell’Ucraina” e l’interruzione delle forniture di armi occidentali. La Federazione russa chiede poi “il ritorno allo status neutrale non di blocco” dell’Ucraina e la rinuncia all’adesione alla Nato, nonché all’Unione europea.

La Federazione russa suggerisce, tramite il diplomatico, di fissare allo stato attuale l’assetto territoriale ucraino, quindi il riconoscimento internazionale delle aree dichiarate annesse. Alla lingua russa deve poi essere assegnato lo status di lingua di stato. Galuzin cita infine “la tutela dei diritti dei cittadini di lingua russa e delle minoranze nazionali” e il “rispetto dei diritti umani fondamentali, compresa la libertà di religione”.

Il viceministro ha sottolineato che “i primi due requisiti sono necessari per un “accordo”, mentre il resto – per il “raggiungimento di una pace globale, giusta e duratura”. Nelle richieste russe la novità sembra essere il veto sull’adesione dell’Ucraina all’Unione europea, che era scenario dichiarato possibile dal presidente russo Putin ancora a luglio 2022, quando diceva che l’Ue “non è un blocco militare, contrariamente alla Nato”.

Le argomentazioni del viceministro confermano quanto le parti siano lontane da un possibile tavolo negoziale.

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