Da Vigne Cappato il primo Vermentino di Gallura rifermentato in bottiglia

Da Vigne Cappato il primo Vermentino di Gallura rifermentato in bottiglia

“Nibe” è un Igt naturalmente frizzante e non filtrato fatto a Berchidda

Milano, 15 apr. (askanews) – Nasce il primo Vermentino rifermentato in bottiglia della Gallura. E’ “Nibe” prodotto da Vigne Cappato, giovanissima Cantina di Berchidda (Sassari): un Igt, naturalmente frizzante, non filtrato con una gradazione alcolica 11,5%, figlio di uve vendemmiate precocemente per garantire uve non eccessivamente zuccherine e ancora ricche di acidità naturale.

Al momento della vendemmia del Vermentino di Gallura DOCG Superiore prodotto dalla Cantina (il “Ghjlà”), una parte del mosto, proveniente da uve che hanno perfezionato la maturazione fenolica, dopo la macerazione sulle bucce, viene dedicata alla rifermentazione di “Nibe”. Dopo l’inoculo di lieviti selezionati reidratati e adattati a lungo, la massa tenuta in agitazione viene imbottigliata e tappata immediatamente con tappo a corona. La rifermentazione viene quindi monitorata in bottiglia e si conclude in una ventina di giorni. Il vino riposa poi sui lieviti fino a che non viene stappato.

“Non si tratta dunque di un metodo ancestrale, frutto di una sola fermentazione che inizia nel tino e finisce in bottiglia, ma piuttosto di un metodo classico senza sboccatura finale” precisa il fondatore della Cantina, Giovanni Cappato, aggiungendo che “la peculiarità di questo vino, oltre al metodo, è l’utilizzo del mosto macerato sulle bucce per la rifermentazione: è questo lo strumento enologico adottato per ottenere l’obiettivo di produrre un vino fresco e leggero, moderno e cosmopolita, ma pur sempre fedele all’identità straordinaria delle nostre uve di Gallura. Solo così – conclude il 50enne enologo milanese trapiantato in Gallura – ‘Nibe’ riesce ad esprimere pienamente i profumi varietali del Vermentino e tutta la personalità del terroir da cui proviene”.

‘Nibe’ in Gallura significa “neve”: nasce infatti sulle colline alle pendici del Monte Limbara, tra le ultime coltivabili prima del massiccio, dove la neve fa spesso capolino, malgrado si trovino a pochissima distanza dal mare. Qui, a 360 metri di altitudine, la vigna cresce su suoli di origine granitica, terreni franco-sabbiosi molto drenanti e con importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte.

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